Narrativa – L’ULTIMO RE DI DELFI – Gianluca Facente
Ci sono racconti indimenticabili per la trama, altri per il modo in cui sono tratteggiati i personaggi, altri per gli ambienti o i periodi storici descritti, altri ancora, infine, per la passione che l’autore riesce a infondere nelle sue pagine. Se poi queste caratteristiche sono tutte presenti, mixate, e ci si aggiunge anche una buona dose di scanzonata ironia, allora quello che ci aspetta è una ottima lettura e ore di svago. Svago di quello buono, s’intende, dove divertendoci impariamo qualcosa. “L’ultimo Re di Delfi”, del crotonese Gianluca Facente, è uno di quei diamanti grezzi nei quali ci si imbatte per caso, e se ne è felici, perché presenta tutte queste qualità.
Quello che ci conquista in questo racconto onirico, nel quale il protagonista perde coscienza per trovarsi catapultato in una vicenda fantastica che ha per teatro la città di Crotone, e per fine il desiderio di riscatto dichiarato fin dalle prime pagine, è la ricchezza di riferimenti culturali, mitologici, storici, che ci rapisce in una danza arcana. È una taranteja, questo libro, una tarantella calabrese, che non ha nulla a che vedere con gli attarantolati: qui la “rota” disegnata dai danzatori è la danza di una comunità e di un territorio. È una taranteja i cui danzatori sono maschi, Ciano ed Ificle, e danzano per conquistare lo spazio e il tempo, all’interno della chora di Crotone, per ritrovare la memoria e per trarre da questa la forza per rigenerare la grandezza della città. È una taranteja di formazione, perché il protagonista via via acquista consapevolezze che gli consentiranno di superare la prova finale.
Non a caso il libro è dedicato al padre dell’autore, e nel testo c’è molto di paterno, nel senso di trasmissione dell’identità fra le generazioni, e di volontà di costruirsi la via per un futuro migliore. Un’ultima nota. Nel suo viaggio fantastico, fra una avventura e l’altra, di tanto in tanto l’autore cita canzoni in inglese, che risultano essere il legame più evidente con la realtà…vera. Questo è, se vogliamo, la prova più tangibile che l’autore ha voluto presentarci dello stato di smarrimento di identità in cui si trova Crotone e, con lei, l’Italia intera. Facente sta lottando per migliorare questo stato di cose, con forza ed entusiasmo, da comunicatore ed uomo di cultura qual è. Una cosa è certa: non rimarrà solo.