Cosa leggo

Sirena adriatica

Poesia  – L’antiriva.

Valeria Di Felice. Ed. Di Felice.

Intrigante. Scrivere critica letteraria sulla poesia è tecnicamente inutile e, anzi, le cattive critiche sono una delle ragioni per cui alla poesia non si tributa al giorno d’oggi l’attenzione dovuta. Sì, perché o ti chiami De Sanctis, e decrittando una lingua e una cultura arcane diventi con effetto diapason l’aedo di un poeta vissuto secoli prima, oppure perisci nello sforzo. Tu, e l’innocente poeta. Perché ridurre a un mero commento in prosa, senza poi esserne particolarmente dotati, ciò che è stato pensato e scritto in poesia è come mischiare l’acqua con l’olio. Il che, notoriamente, non serve a nulla. Non serve apparentemente a nulla come le conchiglie che si trovano sulle spiagge dell’Adriatico. In effetti l’immagine che mi evoca “L’antiriva” di Valeria Di Felice è proprio quella della spiaggia di Martinsicuro, in una giornata d’inverno, mentre il mare è immoto e cielo, acqua e bagnasciuga sono lunghe e pastose pennellate di minima variazione cromatica. Quindi già mi trovo in dissonanza con l’immagine di copertina del libro, quella di un mare in tempesta, e con il sentire stesso dell’autrice contenuto del libro. Ma tant’è: perché qui si trova la poetica del confine, tra biblioteca e senso, tra lirica e virtuosismo barocco, e spetta al fanciullino che è in ciascuno di noi decidere in che verso sconfinare. Non sono versi facili quelli di Valeria. Ma mi piacciono le sfide, e ciò che è facile per lo più non conduce a nulla. Quindi le ho lette e rilette queste poesie, cullato da immagini chiarissime e affascinanti, mentre scoprivo il segreto dei versi più criptici. Certo è che ciò che vi leggo io difficilmente sarà ciò che vi legge un altro, benché entrambi cullati dal medesimo ritmo del respiro profondo di un mare in tumulto. Ma ciò che si riconosce a fiuto, e che non è in dubbio, è la potenza  di una lingua coltissima, preziosa come un corallo, o come il tesoro perduto di antico veliero affondato fra i flutti.

Quindi quella impressione di vuota caligine di cui dicevo altro non è che la quinta che attende di essere riempita di “ippocampi / e destrieri fiammanti / dai cocchi alati, / ninfe e menadi”… Ed è una cosa bellissima!

ISBN 978-88-97726-37-1

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